La prima forma di regolamentazione dei consorzi volontari di tutela dei vini DOC è il DPR 12 luglio 1963, n° 930 ed è rimasto l’unica disciplina fino al 1992 quando fu prevista la costituzione dei Consorzi per ciascuna produzione DOCG, DOC, IGT. Sono stati poi compresi nel Testo Unico sul Vino (2016) ove sono state introdotte nuove disposizioni. Quali? Innanzitutto, secondo voi qualunque consorzio è “riconosciuto”? Certo che no! Per ottenere il riconoscimento dal Ministero, il consorzio deve rappresentare almeno il 40% dei viticoltori e di almeno il 66% della produzione certificata, sulla base degli ultimi due anni.

Curiosità? Per i consorzi che si distinguono per una certa rappresentatività è possibile ottenere un riconoscimento ministeriale per la vigilanza erga omnes; significa che è ammessa la facoltà di rappresentare anche i non aderenti al consorzio purché si tratti di soggetti che utilizzano la denominazione protetta.

In Italia sono stati proprio i consorzi ad avere premura nel difendere e tutelare le denominazioni. Si può dire che rivestono un ruolo insostituibile nel nostro Paese per valorizzare la produzione tipica e di qualità!

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