Siete amanti delle Strade del vino o amanti delle Strade del Gusto?

Come ci riportano vari dati storici, il vino è sempre stato un elemento di interesse per l’uomo, visto come un bene prezioso, come un simbolo di vita piuttosto che un fattore di interesse economico- commerciale. Non vi è dubbio che sul piano socio-economico il vino si sia rivelato uno strumento di valorizzazione del territorio. A livello normativo, il legislatore statale non ha riposto particolare interesse al settore, fino a giungere negli ultimi decenni dove ha mostrato una prima sensibilità che lo ha portato ha fornire un frammento di disciplina. Con la legge 27 luglio 1999, n. 268 si ebbe la prima formulazione legislativa inerente alla Disciplina delle “strade del vino”.
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“STRADE DEL GUSTO” – “STRADE DEI SAPORI” – “STRADE DEL VINO” sono la stessa cosa?
Certo che no, ma il riferimento normativo è uno solo, la Legge 268 del 1999.
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Attraverso la realizzazione delle Strade del vino viene attribuito l’obiettivo di valorizzare i territori a vocazione vinicola, con particolare attenzione alle zone rappresentanti le Denominazioni d’origine dei vini.
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A seguito dell’affermazione delle Strade del vino, in Italia nascono le cosiddette “Strade del Gusto” e “Strade dei Sapori
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Alcune sono legate ad un’unica specialità territoriale, come ad esempio la “Strada dell’Olio Dop Umbria” o la “Strada del Prosciutto di Parma“…
Altre che sono rivolte a più prodotti tipici di un territorio, come la “Strada del Gusto Cremonese“.

Tali “strade” rientrano nella fattispecie delle “strade del vino”: si tratta di un dato che ricaviamo dalla disposizione dell’art.5 della l. 268/99 il quale stabilisce che “le disposizioni della presente legge si applicano anche per la realizzazione delle “strade” finalizzate alla valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, con particolare riguardo all’olio di oliva ed in genere ai prodotti tipici”.

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