Terra cum vineis
Un appezzamento di terra coltivato con viti.

E’ così che già in antichi documenti, risalenti al 1300 circa, veniva descritta l’agricoltura dei Monti Lessini. Una terra che nonostante la storia testimonia il fatto che ha sempre mostrato un grande dono nell’ospitare la vite e darne degli ottimi frutti, solo negli ultimi decenni si inizia a parlare con orgoglio dei suoi prodotti.
Oggi trattiamo di una delle Denominazioni che fanno parte di questa territorio, la Doc “Lessini-Durello” o “Durello-Lessini” riconosciuta in un primissimo momento con decreto nel 1987, ma che trova autonomo riconoscimento solo nel novembre 2001. Nel 2019 ha subito un’ultima modifica che mise le mani agli artt. 5-6 e 8.
Veniamo però agli aspetti che piacciono a voi appassionati.
La zona di produzione coinvolge alcuni Comuni di due Province venete, Verona da un lato e Vicenza dall’altro, con un’estensione di circa 30000 ettari sviluppato sul lato orientale dei Monti Lessini.
Quali uve possiamo trovare nella degustazione di un vino della Doc “Lessini-Durello“? Il nome stesso ci dice qualcosa, “Durello” dal suo vitigno “Durella“, la quale deve essere presente per almeno l’85%, mentre per il restante 15% si possono trovare Garganega; Pinot Bianco; Chardonnay e/o Pinot Nero.

Torniamo al vitigno principale, la “Durella“.
Innanzitutto è una varietà a bacca bianca e il suo appellativo deriva dalla durezza e compattezza della buccia e dall’elevata acidità che caratterizza il vino. Questa sua peculiarità ne permette oltre che ad un’elevata longevità anche una buona performance con la spumantizzazione.
Attenzione winelovers, perché nell’acquisto di un vino della Doc “Lessini-Durello” potete trovarvi davanti a due tipologie… anzi… è più corretto dire tre tipologie:
- “Lessini-Durello” o “Durello-Lessini” spumante metodo Charmat
- “Lessini-Durello” o “Durello-Lessini” spumante metodo Classico
- “Lessini-Durello” o “Durello-Lessini” spumante Riserva, il quale deve essere ottenuto ricorrendo esclusivamente alla pratica della rifermentazione in bottiglia secondo il metodo Classico, con permanenza del vino sui lieviti per almeno 36mesi.
Secondo la tradizione è possibile la presenza di una velatura, in questo caso è obbligatorio riportare in etichetta la dicitura “rifermentazione in bottiglia”.
Una Denominazione giovane, rispetto a molte storiche presenti nel nostro Paese, così come il Consorzio di Tutela che la rappresenta. Giovane sì ma tenace, destinata a crescere in maniera esponenziale e diventare uno dei tanti Made in Italy riconosciuti e apprezzati a livello mondiale!
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